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FantasyDreamer.
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QUARTA PARTE: La vita e il tempo
Sono passati quindici anni da quando l'aquila ci ha trasportati al nord sulla sua possente groppa. Ancora adesso, mentre scrivo sulla pergamena le mie memorie, ricordo l'aria che mi accarezzava il volto mentre volavamo verso Ramandhor, la capitale dei territori settentrionali, il nostro barlume di speranza opposto alla decadenza del nostro villaggio. Provo un indicibile dolore, misto a cocente nostalgia, pensando al mio paese d'origine. Ora è ridotto a un cumulo di macerie in cui ancora si annida il mostro oscuro della malattia.
Il re, rinchiudendosi nella sua reggia in cerca di salvezza, si era creato una prigione: le guardie a difesa delle mura era state ovviamente tenute all'esterno, per allontanare il rischio di contagio e, quando il popolo aveva sfondato le porte della rocca, il sovrano e sua moglie Melinda si erano rifugiati nella torre più alta con quello che sarebbe diventato il loro assassino... un drago. Nessuno aveva mai pensato che anche gli animali, e dunque i draghi, potessero ospitare il morbo nel loro corpo. Re e regina erano morti come tutto il resto del loro popolo, e l'ultimo drago aveva fatto lo stesso. Ora le sue ossa lunghe e affusolate riposavano sul tetto della torre, dove si era posato a difesa dei suoi padroni.
La malattia non è penetrata a Ramandhor, grazie all'attenzione del sovrano. Sono stati imposti rigidi controlli ai confini del regno, e da qualche tempo i medici affermano di aver trovato una cura efficace.
Eleyna cresce vigorosa e splendida come un fiore, intelligente e generosa, dolce e al tempo stesso decisa. È nell'apice della gioventù, è bella come sua madre, ma in lei qualcosa si è spento. Non riesco a comprendere come mai. Si tratta forse del peso del suo oscuro destino che grava sulle sue spalle? Si aggira nei giardini della città con aria persa e malinconica. I suoi maestri dicono che è una maga eccezionale, che potrà diventare una direttrice dell'Accademia, un giorno, ma questo non le importa. Nel profondo, so cosa vuole. Vuole essere normale. Queste sue incredibili capacità le creano solo emarginazione e solitudine. Non riesce a relazionarsi con le altre giovani.
E io sono vecchio. A volte mi fermo a guardare verso il passato, in cerca di un senso da dare alla mia vita. Ma questo senso non esiste, o per lo meno non riesco a trovarlo. Ho viaggiato per mesi sul dorso di una misteriosa aquila, che adesso ci ha abbandonati. Semplicemente, una mattina, non l'abbiamo più trovata sul posatoio che avevamo eretto sul tetto della nostra nuova abitazione. È stato un duro colpo sia per me che per Eleyna.
E quel pugnale rimane lì sullo scaffale, in attesa di trovare una funzione, in attesa di aiutarci come ci era stato predetto. In certi momenti, chiudendomi nell'immenso buio che sta lentamente avvolgendo la nostra esistenza, penso che dovremmo usarlo per ucciderci, e vedere cosa c'è al di là di tutta questa vita caotica. Che sia questo il nostro glorioso destino?
Adesso, mentre scrivo le mie memorie, posso affermare che la nostra ricerca è sfumata nel fallimento, e siamo giunti ad una soglia priva di certezze. Temo che non capiremo mai cosa la ninfa e l'aquila volessero da noi, ma sono riuscito ad accettarlo. Continuerò a cercare nel mio futuro, perché ho finalmente compreso la verità: cos'è la vita se non un'infinita ricerca, senza scopo e senza fine?SPOILER (clicca per visualizzare)Perdonatemi se non ho inserito alcun evento significativo nella mia parte, ma mi piaceva molto l'idea di inserire un salto temporale fino ad un momento di perdizione da parte dei personaggi. I prossimi potranno scegliere liberamente se dare una svolta alla vicenda oppure se lasciarla in questa incertezza. Scusatemi se vi ho depresso con questo testo triste
Edited by FantasyDreamer - 18/6/2014, 15:43
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Paul_1997.
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Stupendo albè! Penso che il racconto sia molto più originale con questa tua diciamo "trovata" :3 . -
Hypothesis.
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Bene bene,la storia continua molto bene 
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4° Parte: La vita e il tempo |
