Lettere della sera

Cara gente lontana, dedico questa prima lettera del 18 dicembre 2013 a tutti quelli che, nonostante siano gravemente infetti da malattie incurabili o decisamente gravi, apprezzino il mondo che li circonda e che doni a esso un sorriso, le quali estremità arrivano fino a toccare le orecchie.
Ai bambini che osservano la neve che scende giù fuori dalla piccola e chiusa stanzetta d'ospedale, o che guardano affascinati le lucine gialle, verdi, rosse e blu sospese sui balconi delle case, o ancora, che pensa al domani immergendosi nei pensieri che vagano nella mente come tanti aereoplanini di carta.
Proprio oggi, anch'io ho provato molto male alla schiena, quasi fino a sentirmi paralizzato. Ma il termine 'paralizzato' non era di significato adatto, perchè un piccolo dolore di schiena non è certamente paragonabile alla vera e propria paralisi, di oggi e di un tempo.
C'è chi ha una soglia del dolore davvero bassa, come me, che non sopporta nulla; c'è, dall'altra parte del mondo, chi invece resiste al taglio del bisturi, ai punti e alle cuciture di un ago, alle cure che nella vita quotidiana devono 'subire'. E quest'ultime sono deboli fuori, ma forti dentro, capaci di sorridere anche ai confini della loro esistenza terrena. I parenti e la gente più stretta alla famiglia dell'ammalato possono ricevere questo durissimo colpo con molto dispiacere, e molto è dire poco; ma egli che ha sofferto si sentirà appagato di aver provato a vivere serenamente, con la spensieratezza di un bambino innocente. Per alcuni, la morte è come andare a dormire, lenta e indolore. Per altri non lo è.
Ma entrambi i gruppetti di persone sentiranno l'affetto dei parenti e l'affetto anche di qualcun Altro. Qualcun Altro di molto più grande e immenso. Gli arcangeli gli porgono le mani avanti e lui le afferra con entrambi gli arti. Si spinge oltre le nuvole e Lo incontra, faccia a faccia.
Però c'è chi resta in alto e c'è chi cade in basso. I delinquenti sicuramente non possono ricevere la vita con Dio se non si purificano del tutto, con le preghiere dei più cari. Se se lo meritano possono accedervi, ma solo l'Altissimo decide con un cenno di capo o col silenzio eterno contro quella persona.
Seppur tutti sono destinati a essere perdonati, tutti devono rispettare il loro tempo.
E quel tempo, anche se infinito, verrà.
Corrado A. Canonaco